Un modello di intervento per la crescita dell’autonomia personale
Le Unità Educative Territoriali (UET) rappresentano una particolare forma di sostegno e supporto all’autonomia personale e all’inclusione delle persone con disabilità, che ha trovato una sua strutturata modalità organizzativa. L’Azienda Sanitaria “Friuli Occidentale” (AsFO), su mandato e delega dei Comuni della provincia di Pordenone, ha infatti incardinato le UET nel più ampio sistema integrato di interventi e servizi sociali a favore delle persone con disabilità, superando le fasi sperimentali e consolidando un modello certamente innovativo.
Le UET costituiscono oggi soluzioni alternative o integrative ai centri diurni in grado di promuovere efficacemente, stabilendo un patto educativo con la famiglia, percorsi di autonomia personale e di inclusione sociale nei diversi contesti comunitari (ricreativi, culturali, sportivi, occupazionali ecc.). L’attenzione prevalente è verso i giovani con disabilità che concludono il percorso scolastico e per i quali si ritiene preclusa o comunque difficoltosa nell’immediato la possibilità di un efficace inserimento lavorativo.
Le UET sono piccoli nuclei di persone con disabilità per le quali è possibile attivare percorsi di crescita con obiettivi evolutivi, coordinati da un educatore. Il personale che vi opera è calcolato secondo un rapporto di 1 operatore ogni 5 persone con disabilità.
Le sedi sono dislocate nel territorio della provincia di Pordenone e sono state individuate prediligendo luoghi di riferimento della comunità locale, spazi legati all’associazionismo, al volontariato e al territorio, ossia spazi che rivestono già un significato per chi li abita e li vive. Partendo da obiettivi comuni, nelle varie sedi sono stati costruiti progetti specifici in base alle caratteristiche, alle competenze e alle abilità del gruppo di persone coinvolte, compresi gli operatori, ma anche in base alle opportunità formali e informali del territorio e alle relazioni possibili.
La specificità di questo modello di intervento è la finalità ultima della presa in carico comunitaria, ossia la costruzione di percorsi in cui la persona con disabilità diventa capace di agire all’interno di un contesto senza la presenza dell’educatore. Ciò diventa possibile grazie alla costruzione e al mantenimento di legami inediti con i vari soggetti della comunità, al fine di favorire l’incontro con l’altro dal servizio e di contaminarsi con il contesto e gli attori del territorio con cui ci si rapporta quotidianamente.
Ad oggi sono state avviate 11 Unità Educative Territoriali che coinvolgono una novantina di persone con disabilità.
Gli obietti generali e specifici
Gli obiettivi generali delle UET sono:
- Sviluppare e incrementare le abilità e le autonomie personali, attuando interventi mirati a porre attenzione sulla cura della propria persona, dell’alimentazione, delle abilità domestiche, al fine di acquisire competenze trasferibili nei contesti di vita quotidiana e familiare (uso del denaro, dell’orologio, dei luoghi, dei servizi pubblici ecc.);
- Mettere le proprie capacità a disposizione del contesto, inteso come la comunità allargata in cui si opera, cercando connessione con i vari soggetti del territorio;
- Sviluppare occasioni di presa in carico comunitaria che realizzino obiettivi di inclusione sociale e aumentino conoscenza e sensibilità nei confronti delle persone con disabilità.
Strettamente legati agli obiettivi generali, emergono obiettivi specifici relativi all’autonomia personale, che sono:
- Ampliare le capacità di autoregolazione, di comprensione e attuazione dei compiti, l’espressione delle proprie emozioni e il riconoscimento degli altri;
- Sviluppare l’autonomia, compensando la propria minore abilità attraverso le diversità e caratteristiche di cui è ricco il gruppo;
- Alimentare la stima di sé attraverso la percezione dello sviluppo delle proprie competenze e della crescita determinata dall’acquisizione di nuove esperienze.
Le azioni di valutazione
Sulle UET, un’assistente sociale in forze presso il servizio ha effettuato una ricerca per raccogliere la percezione dei fruitori su alcune questioni rilevanti, quali l’organizzazione del servizio e le attività svolte, le relazioni nel gruppo dei pari, le relazioni con gli operatori, la professionalità del personale, le relazioni con le famiglie, l’integrazione con il territorio, il riconoscimento delle autonomie, la motivazione e soddisfazione. La ricerca si è svolta attraverso la somministrazione di interviste semi strutturate alle persone che frequentano le UET e ai loro familiari, e attraverso la restituzione degli esiti di tali interviste agli operatori mediante focus group.
La ricerca ha permesso di:
- rappresentare e definire le UET attivate;
- analizzare in dettaglio i vissuti di tutte le persone che attorno alle UET gravitano, permettendo di verificare l’attivarsi di una presa in carico comunitaria;
- registrare una maggiore consapevolezza degli educatori in relazione al proprio ruolo e un aumento della loro motivazione, con conseguenti ripercussioni positive sul servizio.
Ciò ha consentito di riconoscere che le UET rappresentano un’importante e significativa esperienza alternativa al tradizionale centro diurno, con aspetti positivi di crescita sia nelle persone con disabilità che negli operatori, facilmente esportabile come metodo e soluzione innovativa. Si è inoltre dimostrato che la necessità di supporti intensivi da parte di una persona con disabilità non è necessariamente predittiva di un fallimento in percorsi meno protetti, ma che al contrario in diversi casi si è riusciti ad incrementare in modo significativo le autonomie personali.
Per saperne di più
Azienda Sanitaria Friuli Occidentale (AsFO)
Servizio per la disabilità adulta
Pamela Franceschetto
Tel. 0434369896
pamela.franceschetto@asfo.sanita.fvg.it
Lisa Gollino
Tel .0434 369877
lisa.gollino@asfo.sanita.fvg.it
Aprile 2022