Capacitazione delle famiglie
L’officina della vita indipendente è un’iniziativa del Centro Studi per i Diritti e la Vita Indipendente (DiVI) dell’Università degli Studi di Torino. Consiste in un percorso di capacitazione (empowerment) dei genitori di figli con disabilità da 0 a 14 anni.
L’obiettivo è di accompagnare gruppi di genitori verso la consapevolezza delle loro competenze e dei loro diritti, finalizzata all’assunzione di un ruolo di regìa nella costruzione del progetto di vita dei propri figli. Tale regìa si concretizza nella gestione della rete formale e informale che ruota intorno alla famiglia e nella finalizzazione alla vita indipendente delle azioni attivate da questa rete, degli stili relazionali, delle scelte da adottare. L’accompagnamento avviene ad opera di conduttori formati all’approccio e alla visione che sottende il processo, coadiuvati da una famiglia “esperta”.
Il nome officina deriva dall’approccio estremamente pratico degli incontri che sono condotti attraverso esercitazioni, mentre l’espressione vita indipendente fa esplicitamente riferimento all’articolo 19 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Quell’articolo, lo ricordiamo, sancisce il diritto di tutte le persone a scegliere il proprio luogo di residenza, dove e con chi vivere, e a non essere obbligate ad una particolare sistemazione. L’assunzione progressiva della regìa da parte dei genitori, volta non solo ad ottenere servizi ma ad orientare in maniera diffusa lo sguardo della comunità, costituisce un agire preventivo rispetto all’istituzionalizzazione, attraverso l’impostazione di un sistema di legami orientati al futuro e al rispetto dei diritti, che consentiranno ai figli di vivere come cittadini al pari degli altri, anche nel caso mancasse un giorno il supporto familiare.
L’approccio e la tecnica di conduzione
I gruppi officina sono condotti abitualmente da due professionisti: uno con competenze più psicologiche e l’altro con competenze più educative. Il profilo dei conduttori è articolato e comprende una preparazione in psicologia dello sviluppo e psicologia del profondo, insieme ad apporti del modello della persona-relazione. Il conduttore deve, inoltre, possedere competenze di gestione delle dinamiche di gruppo e, laddove possibile, di riconoscimento e gestione delle dinamiche familiari, anche aiutando al superamento di fenomeni di dipendenza impropria.
Per entrambi i conduttori sono necessarie conoscenze approfondite e aggiornate relativamente al mondo della scuola, con un taglio strettamente orientato a sostenere i genitori nella conquista dei diritti che sono loro garantiti dalla legge. Fondamentale è la conoscenza, sempre nell’ottica di accompagnare l’esigibilità dei diritti, del mondo dei servizi socioeducativi e sanitari, dei meccanismi di costruzione delle politiche e di finanziamento, con particolare riferimento alla realtà territoriale di appartenenza.
Oltre ai conduttori, è importante siano presenti nel gruppo famiglie più esperte, o perché stiano accompagnando alla vita indipendente un figlio già adulto o perché abbiano seguito il percorso negli anni precedenti. È una formula di consulenza alla pari.
Le origini e l’attuazione
L’approccio dell’officina è stato messo a punto e attivato a partire dal 2010, attraverso il lavoro con oltre 120 famiglie provenienti dalle regioni Piemonte e Valle D’Aosta.
Le officine della vita indipendente finora attivate hanno coinvolto tredici gruppi di genitori, misti sia per età dei figli che per tipologia di disabilità: i percorsi sono iniziati con famiglie di bambini con disabilità intellettiva e nel tempo sono stati sperimentati anche con famiglie di bambini con autismo e disabilità complesse.
A partire dal 2015 è iniziata inoltre la formazione di nuovi operatori per la conduzione dei gruppi, anche su territori extra-regionali.
Il punto di vista dei genitori
Attraverso i feedback forniti da alcuni genitori coinvolti nel percorso, è possibile focalizzare gli elementi di forza dell’approccio dell’officina, così come emergono dalle loro dirette testimonianze.
Il primo aspetto evidenziato è quello dell’opportunità fornita dal percorso di confrontarsi con altre famiglie di bambini con disabilità, che magari hanno attraversato momenti simili e dalla cui esperienza è possibile apprendere, prendendo spunto dalle soluzioni già adottate.
Un altro elemento è quello di poter progettare concretamente per i propri figli con disabilità, anche intellettive e relazionali, un futuro diverso rispetto alla prospettiva dell’istituzionalizzazione, che sia focalizzato sull’autonomia possibile. In questa direzione, per i genitori appare fondamentale, da una parte, la conoscenza e consapevolezza dei diritti, e dall’altra l’autorevolezza e la competenza di chi fornisce informazioni, accompagna nell’analisi dei bisogni, supporta nella costruzione della strada da percorrere e nelle opportunità da cogliere. Ciò che, quindi, si apprezza maggiormente dell’approccio è la concretezza del percorso, la sensazione di non sentirsi soli e la progettualità nell’immediato e nel lungo periodo.
Per saperne di più
Centro Studi per i Diritti e la Vita Indipendente – DiVI
Cecilia M. Marchisio
centrostudi-divi@unito.it
www.centrostudidivi.unito.it/progetti/officine
Agosto 2022